Quando si parla di portare in tavola un piatto di mare in occasioni speciali, spesso la praticità fa la differenza. Gli spaghetti all’astice surgelato rappresentano una scelta che unisce gusto ricercato e facilità di preparazione. Insomma, l’ideale per chi desidera un piatto elegante senza dedicare troppo tempo in cucina. Usare l’astice congelato apre tante porte in cucina: si può gustare un ingrediente pregiato anche fuori stagione, o nelle giornate più piene, quando il tempo scarseggia. Ma… il successo sta tutto nel modo in cui si affronta la lavorazione di questo crostaceo delicato, seguendo qualche accorgimento che, a volte, sfugge.
Non si può trattare l’astice surgelato come un pesce qualsiasi. La pulizia richiede accortezze particolari, a partire dal fatto che va manipolato ancora un po’ congelato, così da non rovinare la polpa. In questa fase è fondamentale capire quali parti tenere – come il corallo, una vera prerogativa di sapore – e cosa invece eliminare, perché potrebbe dare al piatto un retrogusto amaro. Un dettaglio spesso trascurato è la pulizia del guscio: insistere con uno spazzolino sotto acqua fredda migliora la resa finale, evitando residui che sporcherebbero il sapore complessivo.
Come pulire l’astice surgelato senza errori
La pulizia può fare la differenza tra un piatto banale e uno davvero raffinato. Il metodo migliore parte da un lento scongelamento sotto acqua fredda corrente. Questo, oltre a preservare la consistenza della carne, aiuta a staccare facilmente ogni impurità dal guscio. Tenere a portata di mano uno spazzolino – e usarlo senza fretta – è la mossa giusta per eliminare alghe e polvere che, altrimenti, altererebbero il gusto.
Una volta pronta la base, serve l’attrezzo giusto: forbici robuste o un trinciapollo, che permettono di tagliare l’astice in verticale, dalla coda alla testa.
Durante questa operazione, c’è da stare molto attenti alle interiora: vanno tolte del tutto, perché danno un sapore sgradevole e amaro. Non si tratta solo di rimuovere le zone marroni o verdi, ma anche le membrane scure vicino alla coda, che spesso vengono dimenticate. Al contrario, il corallo e le uova, con la loro bella colorazione arancione, vanno conservati: sono la chiave per quel gusto complesso che fa sempre la differenza.
Le chele poi, soprattutto se grandi, richiedono un trattamento speciale: vanno spaccate usando uno schiaccianoci – sì, proprio quello –, così il calore penetra bene durante la cottura. Dopo avere pulito tutto, l’astice va messo in frigorifero per ultimare lo scongelamento, mentre si può passare agli altri ingredienti. Ecco perché molte volte quel fastidioso retrogusto amaro o “di bollito” rovina i piatti a base di astice; con la giusta cura, invece, si ottiene un sapore più pulito e vero.
Tempi di cottura e accorgimenti per un sapore armonico
Il tempo in pentola è decisivo: per un astice che pesa intorno ai 500 grammi, bastano dai 10 ai 15 minuti di cottura, più qualche minuto extra se si devono cuocere chele grosse.
Se ci si affretta troppo, la carne diventa dura e secca, un errore comune nelle preparazioni fatte all’ultimo minuto.
Un dettaglio spesso trascurato riguarda i pomodorini. La strategia migliore? Cuocerli a parte, prima di unirli all’astice. Così, si intensifica il loro sapore e si riduce il tempo del crostaceo nel sugo. Il risultato è una carne delicata che non si sfalda, un punto che sicuramente fa la differenza.
Astice e aragosta spesso vengono confusi, ma hanno caratteristiche ben distinte. Il primo, prima della cottura, sfoggia un colore blu o marrone, per poi virare al rosso durante la preparazione. Le chele, grosse, sono un altro segno distintivo. La polpa? Più soda e meno dolce rispetto a quella dell’aragosta: per chi ama sapori decisi, è preferita – almeno dalle parti di Milano e nel Nord Italia – per quel carattere più definito.
Sul piano estetico, si può decidere di tagliare l’astice in due metà o prelevare solo la polpa della coda, così da guarnirla in modo scenografico ma senza troppi fronzoli.
Anche la scelta della pasta non è secondaria: linguine o tagliolini all’uovo sono perfetti perché assorbono bene il sugo. Se si opta per questi, consiglierei di aumentare la dose a 500 grammi per quattro persone – dettaglio non da poco, quando si prepara un pranzo per amici.
Una variante interessante, seppur meno usuale, è sostituire l’acqua con un fumetto di pesce per la cottura: si intensifica il sapore in modo autentico, senza appesantire il piatto.
Cucinare l’astice surgelato – con tutta la cura e attenzione richiesta – non è così complicato come potrebbe sembrare. Chi abita lontano dal mare, o vive in città, spesso nota come un piatto ben fatto riesca a coniugare sapore deciso, praticità e consistenza perfetta. Insomma, un piatto che regala eleganza e concretezza, anche in contesti più informali, dove la qualità non può mancare.