Da qualche anno a questa parte, quando l’autunno bussa alle porte, il richiamo del tartufo bianco diventa più forte in molte zone del Nord e Centro Italia. A novembre, per esempio, le fiere e gli eventi dedicati a questo tubero pregiato spuntano un po’ ovunque, diventando un appuntamento imperdibile per chi vuole immergersi in un’esperienza autentica tra sapori e tradizioni locali. È proprio in questo periodo che il tartufo raggiunge il punto giusto di maturazione, pronto per essere scoperto, assaggiato e comprato direttamente sul posto, nelle aree dove cresce. Dalle Langhe fino agli Appennini, le occasioni per avvicinarsi a questo mondo si ampliano, offrendo sia prodotti che approfondimenti sulla filiera, la cucina e la cultura che gravitano intorno a questo ingrediente unico.
C’è chi abita in città e, magari, non si rende conto di quanto fiere e mercati siano centrali come luoghi di incontro tra cercatori, produttori e consumatori. Questi eventi rappresentano – come spesso accade – molto più di una semplice vetrina gastronomica: sono spazi di aggregazione culturale e sociale. Nelle giornate in calendario si alternano degustazioni, incontri e percorsi formativi che aiutano a capire la complessità e il valore di questo prodotto così amato nella cucina italiana. E poi, avere la possibilità di confrontarsi faccia a faccia con gli esperti è un’occasione preziosa per apprezzare davvero la qualità e tutto il lavoro dietro un ingrediente così prezioso.
Acqualagna e la nuova dimensione internazionale del tartufo bianco
Acqualagna, incastonata nel cuore delle Marche, è sinonimo di tartufo bianco da anni e la sua tradizionale fiera ormai si è fatta spazio sulla scena internazionale. Qualche chilometro da Pesaro Urbino, l’evento si sviluppa con un mix di iniziative pensate per coinvolgere ogni tipo di pubblico. Dalle cene ai cooking show, passando per talk e laboratori, un’intera area diventa un mercato aperto dove si possono acquistare tartufi freschi, toccando con mano una filiera di alta qualità.

Una delle novità che ha catturato l’attenzione è l’apertura del Hub del Tartufo, uno spazio coperto di 2.500 metri quadrati destinato a un’esperienza multisensoriale. Qui si organizzano corsi di cucina, degustazioni di vini e momenti dedicati agli abbinamenti possibili tra tartufo bianco e nero. L’offerta gastronomica è stata ampliata, con il raddoppio di Risto Tartufo e la nascita del Truffle Bistrot, dove le ricette a base di tartufo esprimono sapori e tecniche raffinate. Durante la manifestazione, il International Expo valorizza produttori italiani e stranieri, portando varietà e specialità da tutto il mondo.
Tra gli eventi più seguiti c’è la Gara Nazionale delle Città del Tartufo, una competizione tra le principali città produttrici che mettono a confronto le proprie interpretazioni culinarie del tubero. Acqualagna, curiosamente, si distingue per la varietà di tartufi presenti sul territorio: dalle pregiate specie bianche e nere alle estive fino al bianchetto, una ricchezza che conferma il peso specifico della zona nel panorama nazionale.
Dalle Langhe agli Appennini: mercati, aste e tradizioni popolari
Se si parla di tradizione legata al tartufo bianco, le Langhe piemontesi sono un punto di riferimento imprescindibile. Alba, ad esempio, ospita una manifestazione storica che ha raggiunto ormai la 95ª edizione. Nel Cortile della Maddalena prende vita un mercato rigorosamente sorvegliato da esperti, i quali esaminano ogni tartufo per autenticità e qualità, elementi che non si possono lasciare al caso quando si parla di valori sul mercato. La trasparenza e la certificazione dei prezzi aiutano a creare un rapporto di fiducia con i consumatori, un dettaglio non da poco nel settore alimentare.
Contemporaneamente si tiene l’importante Asta Mondiale del Tartufo, momento in cui i lotti più pregiati vengono messi all’asta per scopi benefici. C’è qui un valore culturale – ed economico – che va oltre il semplice commercio. L’Alba Truffle Show accompagna il tutto con cooking show, degustazioni e incontri formativi destinati a tutte le età, unendo tradizione enogastronomica locale con eventi culturali e artistici. L’afflusso di visitatori, peraltro sempre consistente, evidenzia come questa tradizione abbia un peso notevole anche nei territori circostanti.
In Monferrato alessandrino, la Fiera del Tartufo Bianco di Murisengo rappresenta un altro appuntamento di rilievo, con particolare attenzione alla promozione degli artigiani e dei prodotti tipici locali, supportata dal Centro Studi del Tartufo di Alba. Il borgo, legato a doppio filo con la storia del territorio, continua a tenere viva la conoscenza e la valorizzazione di questo tesoro gastronomico.
Lungo l’Appennino reggiano, la fiera di Viano ha raggiunto la 34ª edizione, includendo anche spazi dedicati ad allevatori e addestratori di cani da tartufo, figure essenziali in tutta la filiera. Tra laboratori del gusto e assaggi nei ristoranti locali, l’evento si arricchisce. Infine, a Savigno, provincia di Bologna, una manifestazione internazionale con oltre quarant’anni di storia propone percorsi di ricerca tartufi direttamente nei boschi, mostrando il lavoro alla base di tutto questo settore. Insomma, il tartufo non è soltanto un prodotto da gustare, ma un vero e proprio motore di sviluppo culturale e turistico in diverse aree italiane.
Non va dimenticato un aspetto spesso trascurato: l’equilibrio tra tradizione e innovazione nella gestione e promozione di queste iniziative. Sostenibilità e crescita del settore passano per strategie che valorizzano il patrimonio naturale e culturale, mantenendo l’offerta ampia, dalla vendita diretta a un’esperienza di food culture a 360 gradi. Le fiere del tartufo raccontano, insomma, l’importanza di un contatto sempre più diretto e consapevole tra chi produce e chi acquista.