Nei piccoli centri di molte zone d’Italia, salta agli occhi una difficoltà concreta: trovare un bancomat non è affatto semplice. Chi abita nelle campagne o tra le montagne lo sa bene, dietro l’angolo non c’è quasi mai uno sportello. Al contrario, nelle grandi città, come Roma o Milano, gli sportelli automatici sembrano spuntare ovunque, a portata di mano. Ma per chi sta lontano da questi poli, serve spesso un bel viaggio per ritirare contanti. Il risultato? Tempi più lunghi, costi extra e qualche grattacapo per chi non ha scelta se non i pagamenti in contanti. E poi, la presenza stessa delle filiali bancarie si fa più rara, una trasformazione che incide davvero sulla vita di tutti i giorni.
Le banche riducono la rete sportelli per contenere i costi
In questi anni, la mappa dei bancomat in Italia si è assottigliata parecchio. Basti pensare che, dal 2018, sono spariti più di 11.000 sportelli automatici, una mossa voluta per tagliare le spese di gestione da parte delle banche. Nel frattempo, le istituzioni finanziarie puntano sempre di più sulle app mobile e sui pagamenti contactless: strumenti più snelli, più economici e – diciamolo – anche più moderni. Non solo i bancomat: anche la rete di filiali bancarie ha subito un duro colpo, con circa 7.000 chiusure solo nell’ultimo decennio.

Per chi vive lontano dai centri urbani il problema è evidente e concreto. Lo stop agli sportelli automatici rischia di creare un vero e proprio ostacolo all’accesso al contante. Tempi più lunghi per spostarsi, attese maggiori, e spesso le commissioni sui prelievi fuori rete diventano salate, anche più elevate rispetto alle trattenute standard. Questo scenario disegna un’Italia spaccata: città ben servite, campagne sempre meno. Un dettaglio, direte, che però pesa sull’esperienza quotidiana di molte persone.
I pagamenti digitali cambiano le abitudini di spesa
Il modo di pagare, ormai, è cambiato: la tecnologia ha fatto il suo ingresso prepotente. Il limite – diciamo – fino a 50 euro per i pagamenti contactless, senza bisogno del PIN ha aperto una strada nuova. E poi, da qualche tempo, i negozianti sono tenuti ad accettare pagamenti elettronici anche per cifre molto basse. Il risultato? Circa il 68% delle transazioni nei negozi fisici avviene ormai con carta o app, un balzo netto rispetto a dieci anni fa.
Però, se guardiamo alle aree meno popolate, le cose si complicano. Alcuni piccoli negozi – forse anche per via delle commissioni POS che arrivano pure all’1,5% per ogni operazione – non sono ancora del tutto convinti di adottare questi metodi. Insomma, il digitale fa fatica a farsi strada ovunque. Nel frattempo, la progressiva sparizione degli sportelli tradizionali mette in crisi soprattutto chi, per età o mancanza di dimestichezza, preferisce maneggiare il contante: un problema serio, perché rende più difficile e meno sicuro l’accesso ai servizi bancari fondamentali.
Nuove sfide per le famiglie nella gestione del contante
Meno bancomat significa dover rivedere un po’ le proprie abitudini: chi si affida ancora al contante si trova costretto a fare i conti con costi in più e limiti più stretti di prelievo gratuito. Da più parti, infatti, le banche hanno introdotto regole nuove, per esempio commissioni da 1 a 2 euro su prelievi fuori rete oltre una certa soglia mensile. Nel frattempo, alcune realtà bancarie provano a spingere verso il digitale, con incentivi come cashback o sconti sui canoni mensili. Un modo per orientare i clienti verso l’online, ma non sempre facile da accettare.
In questi contesti, conviene organizzare bene i prelievi per ridurre le spese e guardarsi attorno per alternative valide: gli sportelli Postamat, per esempio, in vari piccoli centri sono ancora un aiuto importante. Tenere un po’ di contante in casa, peraltro, resta buona pratica – soprattutto se si pensa a guasti tecnici o emergenze. Sul fronte europeo, intanto, si parla sempre più spesso dell’idea dell’euro digitale: una moneta virtuale pubblica, sicura, che potrebbe rivoluzionare i pagamenti senza farvi spendere di più. Eppure, questa innovazione nuova avanza lentamente e solleva interrogativi sul controllo dei propri soldi e sui diritti di chi li usa.
Insomma, il sistema dei pagamenti sta cambiando, e sta cambiando davvero. In mezzo a questo dinamismo, le famiglie italiane cercano un equilibrio, fra la comodità crescente del digitale e la necessità – più concreta – di mantenere accessibili gli strumenti tradizionali.